
Premessa:
Questo articolo appartiene al genere “empirico”, un’armonia, o disarmonia a seconda, le cui regole non si possono spiegare, ma come dire… si vedono negli effetti.
“N’a dona le fa’ n’ om, miè ul cuntrari”.
Questo è un tema a me particolarmente caro, chi conosce il mio dialetto locale forse avrà sentito questa frase, difficilmente traducibile.
Tradotto, per quanto possibile: “Una donna plasma un uomo, non il contrario”.
Perle di saggezza delle mie care ziette Aurelia e Piera, nate all’inizio del Secolo XIX, donne di mondo, con cui le conversazioni pomeridiane si svolgevano esclusivamente in dialetto locale o in lingua francese.
Le ziette vissero in un mondo in cui vigeva la ferma convinzione che la donna potesse cambiare, plasmare la persona con cui viveva, nelle sue abitudini quotidiane, nello stile di vita, nel rapportarsi alle persone, diffcilmente o quasi mai, il contrario.
Come dire che: il modo di vivere una casa intesa non solo come spazio, ma anche e soprattutto come luogo di relazioni familiari e non è dettato dalla parte femminile, è per così dire lo Yang.
Mi chiedo: la teoria dei ruoli oggi esiste ancora?
Lettura consigliata: “Le donne corrono da sole” di Giulia Bongiorno – edizioni Rizzoli